di Ilaria Montis
(foto di copertina di Nicola Castangia)
In questo articolo vi parlo di un gioiello dell’architettura sacra nuragica, la Fonte Sacra di Noddule nel territorio di Nuoro. Scavata fin dal 1961 da Ercole Contu ma aperta al pubblico con servizio guida poco più di un anno fa, vicinissima alla città di Nuoro, è una tappa obbligata per i viaggiatori e gli appassionati che si trovano a passare da queste parti, ma vale anche da sola il viaggio.
Questo luogo magico ti accoglierà con atmosfere fuori dal tempo, tra sughere e graniti e le sue eccezionali testimonianze di età nuragica e non solo… Ti riporterà in un’epoca in cui l’acqua, principio della vita, era considerata sacra, tanto da dedicare splendidi templi al suo culto.
Un vasto insediamento
La Fonte sacra di Noddule si trova in un vasto insediamento frequentato fin da epoca prenuragica, e scavato in minima parte. L’insediamento sorge in un’area caratterizzata da affioramenti granitici, in parte utilizzati direttamente per appoggiare e ammorsare le murature degli edifici nuragici. L’arco cronologico di frequentazione del sito è collocabile tra il terzo millennio e l’età romana, probabilmente con alcuni periodi di abbandono tra le fasi principali. La fase più importante è quella di età nuragica, quindi compresa tra la metà del II millennio a.C. e i primi secoli del I millennio.
I Circoli megalitici
Testimonianza della fase precedente a quella dei monumenti di età nuragica sono i due circoli megalitici. I circoli sono composti da grosse pietre granitiche leggermente distanziate fra loro. Potrebbero avere funzione sacra e calendariale, come testimoniato in altri siti, ad esempio il circolo di s’Ortali e su Monti a Tortolì.

Uno dei circoli megalitici di Noddule (foto di Donna Nuragica)
Il Nuraghe Noddule
Il fulcro dell’insediamento antico era il grande nuraghe, ancora tutto da scavare. Il nuraghe, in seguito al recente lavoro di ripulitura dalla vegetazione, è oggi maggiormente leggibile e si mostra in tutta la sua imponenza, sebbene a causa dei crolli e dell’interro delle torri la planimetria non sia del tutto chiara. Sembrano leggersi comunque, oltre alla torre centrale, i resti di altre tre torri e di un cortile.
La capanna con focolare
Tra le poche capanne del villaggio scavate spicca quella più grande, con focolare centrale perfettamente conservato, e che probabilmente era coperta a cupola, come sembrano testimoniare l’andamento delle pareti e il rinvenimento di lastre che forse appartenevano alla copertura.
La Fonte Sacra Noddule
Ma il monumento che più lascerà il visitatore sorpreso e affascinato è senz’altro la bella Fonte sacra di Noddule. Nell’area più sacra, quella da dove sgorga l’acqua della sorgente, venne costruita la piccola camera circolare coperta a tholos (cupola), preceduta da diversi gradini. Per costruirla si utilizzarono conci in trachite portati da lontano e scolpiti in modo magistrale.

La cupola interna della Fonte Sacra Noddule fotografata da Nicola Castangia
La fonte monumentale è circondata da un recinto sacro esterno e da un ulteriore temenos (recinto sacro) più interno, di forma semicircolare, che si congiunge alle murature del vestibolo. La fonte è infatti preceduta da un vestibolo rettangolare lastricato e dotato di panchine. Nel temenos più grande, oltre a un focolare sacro dovevano trovarsi altre strutture connesse al rituale. Ad esempio panche per sedersi e per deporre le offerte, e una vasca lustrale collegata al pozzetto da canalette. La presenza di queste canalette è stata accertata solo dagli ultimi scavi nel 2008.
Nel piccolo spazio racchiuso dal temenos interno doveva invece trovarsi il grande bacino in trachite, rinvenuto nei primi scavi del 1961 da Ercole Contu. Questo bacino è dello stesso tipo di quello che si trova nelle “capanne con bacile” ritrovate in numerosi villaggi nuragici della stessa epoca.
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